"I classici nostri contemporanei". Apre con Goldoni la rassegna sui classici rivisitati da giovani compagnie

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Al Guglielmi è partito il conto alla rovescia per I classici nostri contemporanei. La rassegna, pensata soprattutto per i giovani, giunge così alla sua terza edizione riproponendo anche per il 2008 la formula vincente del bilanciamento tra classicità e contemporaneità. Quattro gli appuntamenti che il Comune di Massa e Fondazione Toscana Spettacolo offrono con importanti maestri della “letteratura teatrale” rivisitati da giovani talenti della scena contemporanea: da Goldoni ad Aristofane, da Alessandro Fullin a Serena Sinigaglia in un programma che parte venerdì 1 febbraio e arriva al 18 marzo prossimo. Giovani sono anche gli appuntamenti inseriti nel progetto “Il Teatro in Biblioteca, la Biblioteca in Teatro” in collaborazione la Biblioteca Civica S. Giampaoli. Torna così la serie di incontri con i protagonisti della scena presso la Sala della Linea Gotica della Biblioteca di Massa, dove - nei pomeriggi di ogni rappresentazione - le Compagnie racconteranno il loro rapporto con i testi che hanno guidato la messa in scena teatrale. Nelle serate di spettacolo, la Biblioteca Giampaoli sarà invece presente al Teatro Guglielmi mettendo a disposizione bibliografie inerenti al testo Classico protagonista dello spettacolo in calendario. Venerdì 1 febbraio “Le serve di Goldoni”, prodotto dalla Compagnia Teatri di vita aprirà questa terza edizione. Con un’idea singolare. La penna di Alessandro Fullin e le trovate registiche di Andrea Adriatico raccontano la vita di Goldoni attraverso gli occhi delle sue serve che lo hanno seguito in ogni spostamento con fedeltà e ammirazione. Da un cilindro semicircolare mobile, con quattro fori/finestre, si affacciano le serve che, in un’esilarante girandola umoristica, si ritagliano uno spazio autonomo, incarnando diverse personalità, dalla giovane sventata, alla scaltra che si fa padrona nella casa in cui lavora. La direzione di Andrea Adriatico incanala la verve comica di Alessandro Fullin verso una raffinata sperimentazione che unisce teatro e cinema, cui collaborano con energia una sensuale e potente Emanuela Grimalda e uno spassoso Filippo Pagotto. Da non dimenticare infine l’apparizione di Eva Robin’s. Il tutto per le scene di Maurizio Bovi

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